La pratica interiore può assumere diverse forme, tutte variamente composte dall’unione di stati di assorbimento con stati di visione profonda. Può sembrare un cammino da percorrere, ma in realtà non c’è un obiettivo  da raggiungere.

In una prima modalità, ci si allontana dal fare e semplicemente ci si immerge nell’essere e nell’ascolto, accogliendo qualunque cosa arrivi: pensiero, sentimento o emozione. E gradualmente si lascia andare, strato dopo strato, ciò a cui siamo attaccati.

Praticare insieme, nel silenzio o nell’ascolto di una voce che ci riflette o ci guida, dà forza e calma, un po’ come cantare in un coro. Ma, diversamente da un coro, i gruppi di meditazione sono aperti, non richiedono la continuità della presenza, pur restando un’occasione di conoscenza di sé e degli altri.

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